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IN AGRA CON KAILASH; PURTI; ADJAY |
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fine giugno 2009
Verso Agra Meglio che il sonno ora tutto assopisca, che si compia ora la vita presente, che sappia viverla nel bene che mi si offre a ogni istante, nella luce indiana di questi miei giorni, nella infinita grazia incessante delle bizze femminee e delle impuntature di Purti, come della gioiosità vitale di Sumit che ha allietato il mio rientro nella casa di Kasilash, in cui il suo corpo si conquistava gli spazi e la presa delle cose, della quieta splendida e distante degli occhi di Ajay, anche quando nel Taj Mahal, si fissavano a perdersi al suolo in ogni conduttura sotterranea, o nelle acque nerastre dello Yamuna per additarmi il cobra che vi nuotava, che a mia volta non avevo occhi per vedervi serpeggiare, della delicatezza rispettosa con la quale Kailash lascia trascorrere ogni mio alterarmi e turbarmi, al crollo delle mie aspettative, al' incombere del futuro in ansie ed angosce. Ancora una settimana fa ero di ritorno da Agra e Fatephur Sikri con Kailash, Purti ed Ajay. L ultimo giorno del nostro viaggio l'avevamo trascorso visitando in Sikandra il mausoleo di Akbar, da cui facevamo frettolosamente ritorno in Agra per vedervi la tomba di Itimad-ud-Daulah. Di particolarmente memorabile resta la mia sfuriata contro i due piccoli, quando nel ristorante ch'è all'uscita del mausoleo di Akbar, si sono spartiti in un battibaleno tutti i pokora che erano stati serviti in tavola, lasciandone solo uno a testa a me e a Kailash. Con la fame che stava alimentando la mia ingordigia, a farmi invelenire era che avevo fatto appena in tempo a portarmene uno alla bocca, e che il suo sapore si era rivelato squisito. Il loro papà, daddy Kallu, che nel frattempo era uscito a noleggiare il motorisciò che ci avrebbe precipitato alle delizie d'oltre vita dell'edificio sepolcrale di Itimad-ud-Daulah, avrebbe ulteriormente messo in crisi la celestialità a cui aspiravo ad elevare con me almeno Kallu ed Ajay in quelle case della gioia eterna, di cui non finivo di magnificare a loro i giardini di delizia del chahar bagh, tra cervi e pavoni reali e lo svettare di palme, di alte piante secolari, quando ha sottoposto il telaio dei miei occhiali al suo piede schiacciante... Da allora , in attesa del parto di Vimala, non ho lasciato Khajuraho che per il villaggio di origine di Kailash, mentre sono riprese le scuole per Ajay, sono felicemente cominciate per Purti. L'altro ieri il cognato di Kailash è venuto a riprendersi il figlio che a sua volta deve tornare a scuola, al quale ho lasciato in dono la Storia di Hanumah. Intanto, da otto giorni a tutt'oggi , nella settimana ventura, “ a new baby can come every day”, come dice Kailash, il parto di Vimala può iniziare il suo corso.
E per ora un'attesa senza aspettative d'amore per il nascituro. ch'è nel grembo di Vimala, il cui sgravarsi ci si illude che sia una liberazione per tutti. Intanto finisce il pianto di Sumit, iniziano i lagni di Purti, nel contendersi ogni cosa che l'uno ritrova nelle mani dell'altra.
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